Arte

Anna Valeria Borsari, un intenso rapporto dal vivere

Martedì scorso 14 settembre mi sono recato di persona a visitare al milanese Museo del Novecento la mostra di Anna Valeria Borsari, con qualche difficoltà, visto il mio stato attuale di difficile deambulazione, e la struttura labirintica di quello spazio, che tante volte ho dichiarato improprio per una citta capitale dell’arte d’oggi come appunto Milano. Ma certo mi riempie di nostalgia raggiungere la passerella che collega l’Arengario al secondo piano di Palazzo Reale, che ho avuto la ventura di rilanciare per attività espositive nel ’79, quando era stato designato dal sindaco Tognoli in un comitato di suoi consulenti per l’arte. Soprattutto mi ha fatto piacere dedicare un vivo omaggio alla Borsari, con cui avevo avuti tanti anni fa un intenso rapporto, ma non felice e a lei propizio. Infatti c’era tra noi una sorta di antistrofe, in quanto io stavo accantonando il mio esercizio attivo dell’arte, che ho ripreso solo di recente, e quindi, diciamolo pure, ero geloso di registrare in lei la tendenza a invadere quel territorio, man mano che io lo abbandonavo, di conseguenza la incoraggiavo a insistere in quello che allora appariva il suo interesse ufficiale, la letteratura francese, per cui stava svolgendo una tesi di laurea molto interessante su André Malraux rivalutando il suo primo periodo dadaista, Poi, a conferma di questo curioso gioco inverso delle parti, io stesso mi sarei occupato dell’autore della Condition humaine, mentre Valeria lo avrebbe abbandonato dandosi appunto per intero all’arte. Molto significativo il titolo che dà a questa sua mostra milanese, “Da qualche punto incerto”. L’incertezza fa tutt’uno col male o col bene di vivere, nel suo pieno disordine, da affrontare con tecniche appropriate per coglierne i mille aspetti, imprevedibili, sorprendenti. Per usare una etichetta ufficiale, Valeria si avvale del clima “concettuale” invaso negli ultimi decenni, ma lungi da lei l’intenzione di praticarlo con spirito analitico, affidato a strumenti logici. In lei, mi pare, vale quella che Husserl chiamava Lebenswelt, il mondo pulsante e disordinato della vita. Del resto io stesso, sulla scorta della fenomenologia, sono stato proprio un sostenitore di un concettuale “mondano”, e non tautologico, Le nostre strade si sono divise, forse io sempre geloso di quell’amica che si era impadronita risolutamente di uno strumento che io avevo abbandonato. e c’era stato il suo esodo anche da Bologna, forse non del tutto giustificato, trovo infatti che lei ha assunto una sicura leadership della rivincita delle donne, Lea Vergine avrebbe dovuto dedicarle un posto di tutto rispetto nella sua “altra metà delle avanguardie”. Del resto, se cerco delle artiste che seguono la lezione di Valeria, mi tocca pescare anche in un ambito bolognese, a cominciare da Eva Marisaldi, abile come lei nel cogliere tracce minime di presenze, orme, passaggi, segni indecifrabili. Non è bolognese Luisa Lambri, ma ha studiato alla nostra Accademia, anche se poco fa, in un’altra sede deputata ambrosiana, il PAC ha presentato i suoi giochi magici di riflessi di vetri nelle stanze. Ma ci sarebbero da fare anche dei riferimenti maschili, per esempio a un fiammingo che al momento sembra essere scomparso dalle scene, come Guillaume Bijl, che eseguiva dei ready-made integrali di mercatini, pesche di beneficienza, lotterie popoiari. E’ quanto fa pure la Nostra, insaziabile nel frugare nei ripostigli della memoria, negli angoli morti delle stanze, alla ricerca di documenti, di cimeli, di testimonianze di un passato che l’arte fa risorgere, Naturalmente ci può stare un riferimento alle epifanie joyciane, e in ogni caso si tratta di un “voyage autour de sa chambre”, per tornare a un riferimento ad autore francese, forse caro alla ex-studiosa di quella letteratura Ora Valeria si è chiusa in un bunker, che poi è una magnifica villa in stile liberty, con sontuose ringhiere metalliche e vetrate policrome, ma in quel luogo bloccato penetrano da tutti i punti dell’orizzonte tracce, messaggi, segni impalpabili, però capaci di cristallizzarsi sulle pareti, di fornire uno schermo tanto più aderente quanto più in apparenza appartato e isolato.
Anna Vleria Boesari, Da qualche punto incerto, Milamo, Museo del Novecento, catalogo Silvana Editoriale, fino al 3 febbraio 2022.

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