La mia impudenza non ha limiti, visto che mi permetto di parlare dell’ultimo libro di Marco Malvaldi, “Bolle di sapone”, senza aver letto la decina di libri già usciti di questo autore, e non ho neppure seguito le varie puntate del giallo di successo che la TV ne ha ricavato, Ma ho già detto che nel condurre questa rubrica mi considero come un sommelier che si limita a saggiare qualche sorsata del vino che deve giudicare, senza l’obbligo di sapere tutto delle annate precedenti di quel medesimo prodotto, bisogna pure avere qualche fiducia nel proprio palato. Ebbene, andiamo a giudicare. Trovo in primo luogo un inutile antefatto circa il protagonista principale, Massimo, è inutile risalire alla sua storia, a una madre che ha avuto poca cura di lui, destinandolo a una triste infanzia. Meglio entrare in cronaca diretta, quando si asside al banco del famoso Bar Lume, a gestire con un gruppo di soci un’attività modesta ma sicura. Se proprio si vuole scavare nel passato, emerge, fin dal nome raro, il nonno Ampelio, anche per l’abitudine di esprimersi in dialetto, nel che ovviamente è Camilleri ad avere fatto scuola. Rispetto proprio alle vicende di Montalbano, il nostro Malvaldi segna un punto di vantaggio, in quanto l’inevitabile storia d’amore, nella persona di tale Alice, anch’essa, come nel caso di Camilleri, se ne sta lontano, ma per nostra fortuna non rende visita al protagonista, resta tranquilla a Roma dove esercita il ruolo autorevole di vicequestore. Infatti un caso singolare è che il delitto viene collocato altrove rispetto al bar della nostra consorteria, a Roma, sotto forma di una doppia morte, di un tale ucciso con un colpo d’arma da fuoco, mentre quasi nello stesso momento la sua consorte muore per sospetto avvelenamento da botulino. In sostanza, il fatto criminale è posto a distanza dagli amici del Bar Lume, che quindi devono esercitare il loro acume su indizi che gli giungono per vie traverse. Che ci sia un rapporto tra quelle due morti, è abbastanza chiaro, ma di quale natura? Beninteso, anche se mi trovo in una sede così impropria a emettere giudizi competenti, devo rispettare la legge dominante nel genere giallo di non rivelare la soluzione al lettore, anche se di sicuro ce ne sono ben pochi, forse nessuno, a leggere queste mie noterelle. Mi limito a dire che lo scioglimento è senza dubbio ingegnoso, e come sempre suggerito dal compiersi di un clic, di una illuminazione improvvisa da parte di uno degli indagatori a distanza. Sta in ciò il pregio migliore di questa prova, diversamente esile e dispersiva.
Marco Malvaldi, Bolle di sapone, Sellerio, pp. 266, euro 15.