Questa volta devo partire dalle lodi dell’operato del Presidente Mattarella che mi sembra aver preso la decisione giusta. In qualche modo ha risposto all’osservazione di buon senso uscita dalla bocca di Renzi, dopo l’incontro di Iv al Quirinale, che cioè bisogna prima di tutto decidere dove si vuole andare e con quali mezzi. Dopo, ma solo dopo, si può pensare al nome del guidatore. Devo sottolineare la stupidaggine sia dei politici, Pd e Pentastellati, sia delle caterve di osservatori e notisti politici dei vari salotti televisivi che per giorni hanno continuato a dire che l’uscita dal governo effettuata da Renzi e compagni era assurda, incomprensibile, e via dicendo e stigmatizzando. Ma come, non era evidente a tutti che Conte stava facendo la melina, che narcotizzava qualsiasi decisione per non pagar dazio, per restare immobile al centro di un piccolo cosmo costruito su sua misura? Le richieste di Renzi erano le stesse, già avanzate proprio da Zingaretti e compagni, ma senza la capacità o volontà di cavar fuori un ragno dal buco, nel più ossequioso rispetto del manovratore. Ci voleva proprio l’azione forte di Renzi per mettere alle corde il governicchio di Giuseppi. Ora, con la spada di Damocle innalzata da Iv, i problemi devono essere davvero affrontati. A cominciare da quello della giustizia, che in definitiva è stato l’ineliminabile casus belli. Il governo non poteva tirare diritto facendo finta di niente senza risolvere il problema della prescrizione, che il ministro Bonafede (ma sarebbe meglio chiamarlo Malafede, visto come si è comportato in varie occasioni) voleva eliminare del tutto. E dunque, anche preso atto che tre su quattro partner della preesistente maggioranza hanno riproposto Conte, bisogna andare a snidarlo, gli si può ridare il mandato ma dopo averlo costretto, e con lui i suoi soci fin troppo pazienti e tolleranti, di dare risposte ai quesiti cruciali, incominciando proprio dal tema della prescrizione. E poi, via via, toccherà a tutti gli altri dossier che Conte ha accuratamente narcotizzato, messo nel frigo, come se si trattasse di vaccini da conservare con cura. Credo che alla fine salterà fuori il Conte ter, ma accompagnato da una serie di risposte efficaci sui vari temi, e proprio di questo l’esploratore Fico si dovrà fare carico. Sia detto en passant che la scelta caduta su di lui è stata senza dubbio la più felice e opportuna. Ora il suo compito non sarà quello di fare una specie di referendum sul nome del premier, ma di obbligare i partner a dare risposte di sostanza sui temi reali. E ci dovrà stare anche una qualche ipotesi di scelta dei ministri, con rimozione di quanti non si adattano a nuovo identikit. Per esempio, sarà ben difficile che Malafede posa tornare alla giustizia. Non si dica che il fare il nome dei ministri è prerogativa assoluta di chi sarà il premier, cioè di Conte. Evidentemente i nomi devono entrare nella esplorazione affidata a Fico, egli non potrà evitare di apporre un cartellino nominativo una volta che siano sati individuati i temi davvero portanti e le relative soluzioni.