Nel 2012, su segnalazione di Gabriele Pedullà, abbiamo invitato Sandro Bonvissuto a RicercaBO, a leggere, come ne prevede la formula, un brano di un’opera al momento ancora inedita ancora, credo che fosse la prima di questo autore, “Dentro”. Non ricordo bene come questa sua lettura fu accolta, ma ora, a una prova più matura quale “La gioia fa parecchio rumore”, sono ben lieto di costituirmi io da lettore pronto a darne un giudizio positivo. È la cronistoria di una monomania, quella per il calcio, ma più ancora per una precisa squadra del campionato, la Roma, di cui il protagonista che parla in prima persona si dichiara sostenitore estremo, a prescindere, fino alla follia. Mi viene in mente quanto dice il grande Svevo, che a un fumatore incallito quale era il suo personaggio più noto, Zeno, fuma tutto, fumano gli occhi, fuma ogni suo gesto. Lo stesso si dica del “tifo” sfegatato che qui viene documentato per la squadra del cuore, attorno a cui tutto gira, a cominciare dalla famiglia, di cui sono degni rappresentanti solo i maschi, padre e zio, con sdegnosa esclusione della componente femminile. E detiene un ruolo molto importante un mobile, un sofà, in cui questo club ristretto affonda per seguire con ansia, alla radio o alla tv, quando questa compare, le vicende della squadra del cuore. Il giovane adepto è sottoposto a una dura disciplina, peggio che nei militari o in un carcere, perché ogni suo comportamento si deve rendere degno di una condotta dalle regole ben determinate e inflessibili. Naturalmente, i componenti di questa comunità riservata ed esclusiva conoscono bene la loro “malattia”, sanno di essere “inclini alla battuta e all’iperbole, all’ironia in modo amaro”, il che li rende anche “capaci dei rilievi più fantasiosi”. Questa maniacale, ma nello stesso tempo autoironica ossessione, mi sembra che porti il nostro Bonvissuto a rasentare gli effetti che sa raggiungere magistralmente uno degli eroi usciti dal non mai abbastanza da me elogiato clima di RicercaRE, Francesco Piccolo, anche lui attento registratore di minuzie, passi falsi, mosse sbagliate, in cui però risiede il sale del vivere. Tanto è vero che quando in opere recenti Piccolo ha ritenuto di dover crescere, di irrobustire i suoi prodotti, è andato perdendo proprio la leggerezza, il clima di ironico delirio che solo può sostenere pagine come queste, Mi auguro che Bonvissuto resti fedele alla ricetta qui messa in atto, senza pretendere di far crescere troppo il suo impertinente, ma anche ingenuo e sprovveduto eroe adolescenziale.
Sandro Bonvissuto, La gioia fa parecchio rumore, Einaudi, pp. 192, euro 18,50.