Attualità

Dom. 1-2-20 (corona)

E’ impossibile che anch’io, pur nel mio piccolo, rinunci ad affrontare l’enorme questione legata a Corona virus, anche se sarebbe come ricalcare il noto esempio di S. Agostino in meditazione sulla natura di Dio, accusato, da un angelo, di pretendere di misurare l’oceano con un misero cucchiaino. Tanto più che nulla c’è da eccepire sulle misure prese dal nostro Paese per fronteggiare quel male oscuro, misure corrette, solo l’insopportabile propagandista che è Salvini ha tentato di sfruttare pure quest’occasione. Anche la Cina si sta comportando in modo irreprensibile, tranne forse una iniziale reticenza ad ammettere la presenza dell’epidemia. Ma è ammirevole la prontezza con cuo procede a erigere un nuovo ospedale nella città minacciata. Tuttavia, passata l’emergenza, qualche domanda dovremo pur farcela, non sarà del tutto un caso che ben due epidemie abbiano colpito la stessa area, prima la Sars, nel 2003-2004, ora, anche se a quasi vent’anni di distanza, il Corona virus. C’è un nesso tra questi due tragici eventi? Qualcosa del genere non è accaduto in altre aree pur immensamente abitate, non in India, non in Brasile e terre limitrofe del continente Sudamericano. C’è l’Ebola, endemica nell’Africa suhsahariana, che però nulla ha a che fare con il flagello cinese. Ma proprio per quello africano si può imputare una scarsità di igiene delle popolazioni, e magari pure la loro cattiva nutrizione, i fenomeni periodici di disastrosa siccità. Qualcosa del genere si deve ripetere per il continente cinese? Mancanza di igiene dei milioni di popolazione? Un cibarsi di animali, per lo più mangiati crudi? O addirittura una ipotesi atroce, che cioè nei laboratori di quelle città siano stati conservati i virus del precedente flagello per studiarli meglio, e che ce ne sia stata una fuga, che cioè il contagio non sia avvenuto per cause naturali bensì artificiali, che insomma ci sia di mezzo la mano dell’uomo. In ogni caso, per fugare dalle nostre parti ogni traccia di ingiustificata psicosi, penso che tutti dovremmo imitare il gesto proclamato dal Sindaco Sala di Milano, andare a pranzo nei prossimi giorni in qualche ristorante cinese.

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