Inutile dire che sono sconvolto per la fuoriuscita di Renzi dal Pd. Il mio “renzismo” a oltranza aveva resistito anche quando egli si era opposto alla possibile convergenza tra Pd e M5S, come mi era stato rinfacciato in una riunione nella sezione Pd di Bologna, Via Murri, in cui io aveva decisamente caldeggiato questa soluzione, però nello stesso tempo confermando un mio “renzismo” quasi a prescindere. Infatti a quell’obiezione avevo potuto controbattuto che un anno fa era più che giusto opporsi a un legame del genere, quando i Pentastellati avevano il doppio dei nostri seggi in Parlamento e ci riempivano di contumelie, saremmo stati noi uno stuoino ai loro piedi, come di recente erano divenuti loro stessi nei confronti della Lega. Mi ero ringalluzzito quando, magicamente, Renzi poco dopo era divenuto il principale sostenitore, tra i Pd, di quella medesima soluzione, e con molta presunzione avevo pensato di essere legato a lui, pur non avendolo mai incontrato di persona, da un vincolo quasi di telepatia. E con molta presunzione avevo creduto di leggere nel suo futuro, che a mio avviso doveva essere di graduale riconquista del Pd, cosa che, col tempo, gli sarebbe stata possibile. Ora invece non vedo alcuna prospettiva positiva, dopo la sua scissione, che mi pare un gesto dettato solo da spirito di vendetta, di rancore, per quanto senza dubbio dentro il Pd gli hanno fatto patire. Ma un buon politico deve sapere accantonare questi personalismi, questi umori atrabiliari e passionali. Così non è stato, e ora non vedo alcuna buona possibilità per questo gruppuscolo, che non è neppure riuscito a portarsi dietro la totalità dei renziani del suo seguito. Non credo all’astuzia di aver lasciato dentro al partito una minoranza di fedeli a fare da ponte, verso quali esiti? Purtroppo devo addirittura augurare il fallimento di questa mossa azzardata e irragionevole. Se nascesse una consistente formazione di centro-sinistra, o di centro, sarebbe una spaccatura insanabile del fronte di una socialdemocrazia finalmente unita, nel nostro Paese, sarebbe la fine di un bipolarismo fisiologico. Non si potrebbe neppure imboccare la via, cara al Renzi d’antan, di andare verso un sistema elettorale a due turni e col ballottaggio finale. Insomma, si è trattato di un’operazione in cui non si intravedono risvolti positivi, comunque la si giudichi. Purtroppo per me exit Renzi, una speranza si chiude.