L’evento positivo della settimana è la vittoria che il Partito Socialista di Pedro Sànchez ha ottenuto in Spagna, a riprova che la causa della socialdemocrazia non è affatto perduta, almeno in Europa, contrariamente a quanto sostengono tanti gufi di casa nostra. Però si ripropone pure il solito dramma. Il 28% conquistato dal leader spagnolo è ben lungi dall’assicurargli la capacità di governare il Paese, imponendogli l’obbligo di sottomettersi a estenuanti trattative con altri partiti nel tentativo di comporre una maggioranza stabile, o di presentarsi solitario in minoranza con l’ancor più faticoso problema di dover trovare di volta in volta i voti mancanti. Mi pare che si riproponga quanto da me già detto in passato, echeggiando del resto una tesi sostenuta pure dal mio beneamato Renzi: bisogna andare a un accordo entro l’UE che porti ad adottare in ogni Paese il sistema del ballottaggio in due turni, concedendo al vincitore un congruo premio di maggioranza che gli permetta davvero di governare sena continui compromessi, quelli cui siamo soggetti noi stessi per la sciagurata scelta di Mattarella di consegnare il Paese a una maggioranza eterogenea e raffazzonata. Questo dramma di una ricerca ansiosa di un governo stabile, se ci si vale di un sistema proporzionale, si presenta ormai ovunque, in Germania, in Austria, forse perfino in Gran Bretagna, una volta che riesca a saltare fuori dal pantano del Brexit. Unici Paesi che si salvano, nel nostro mondo occidentale, sono la Francia, erede della saggia riforma attuata da De Gaulle, di cui l’attuale beneficiario è Macron, e soprattutto gli USA, che da sempre hanno il sistema bipartitico, vince l’uno o l’altro dei due unici partiti che si danno battaglia. Con la speranza che chi perde oggi possa vincere domani. Anzi, è quasi una certezza, dato che, come proprio osservavo a proposito del conflitto ultimo tra Trump e la Clinton, repubblicani e democratici, non è quasi mai successo che l’uno dei due partiti vincesse per tre volte di seguito. E poi, sappiamo bene che in genere a moderare gli eccessi del partito vincitore c’è la quasi inevitabile vittoria di un ramo del parlamento di segno contrario, nelle elezioni di mid-term. Ovviamente, se anche in Europa si adottasse il sistema del ballottaggio, resterebbero organi parlamentari per frenare gli eventuali eccessi dell’altro fronte. Questa mi sembra tra le prime riforme che si dovrebbero imporre, se si voglia dare nuova vita alla UE.