La situazione politica italiana è molto confusa, e si rischia che neanche le prossime elezioni europee portino un chiarimento. Quasi di sicuro il M5S ne uscirà ridotto al 20% o giù di lui, come indicano i pronostici emessi da Pagnoncelli, ma anche la Lega è prossima a segnare il pieno dei suoi voti, che non dovrebbero andare molto oltre un 32%. Purtroppo però la somma risultante darebbe pur sempre la maggioranza ai giallo-verdi, che potrebbero arroccarsi in una posizione del genere resistendovi ad oltranza. La scelta risolutiva sembra nelle mani di Salvini, forse chiamato a decidere se per lui sia meglio rimanere all’interno di quel patto sciagurato, che però gli consente di ricattare e comunque di mantenere sotto controllo l’alleato ormai divenuto più debole, o se invece la coesistenza diventi impossibile, con rivolta proprio degli ambienti dell’Italia Settentrionale che mordono il freno e non tollerano l’immobilismo negli affari economici tipico di Di Maio e compagni. Certo, Salvini, uscendo dal governo e provocando nuove elezioni, sa di potersi rifugiare nella provvida trincea del centrodestra, che oltretutto riuscirebbe a controllare. Insomma, forse si porrà per lui il quesito, meglio sopportare i limiti che gli pongono i Pentastellati, o quelli che gli verrebbero da Berlusconi, nel caso di un suo rientro nell’unione di centro-destra? Certo, se i nostri affari economici andassero peggiorando, come è del tutto probabile, si potrebbe giungere alla crisi di governo, purtroppo non c’è nulla da sperare da parte del presidente Mattarella, il principale responsabile di questo pessimo stato delle cose, e assolutamente incapace di una mossa azzardata quale fu quella compiuta da Napolitano quando mandò a casa Berlusconi dando l’incarico del governo a Monti. Mattarella non è tipo da mandare a casa nessuno, se non ci è proprio tirato per i cappelli. E dunque, nubi, incertezze, navigazione a rilento, tra mille ostacoli.