Chi ha “ucciso” il nostro Paese? Sì, perché, se, come pare ormai indubitabile, nasce il famigerato governo giallo-verde, siamo destinati a andare fatalmente verso il default, e in ogni caso saremo diventati il peggior Paese d’Europa, roba da farci invidiare perfino il regime Trump. Al primo posto in questa lista di colpevoli, diciamolo pure, c’è il popolo italiano, che ha votato nel modo peggiore da quando esiste la Repubblica. Se accettiamo che il popolo critichi la casta, il sistema, l’establishment, accusiamolo d’altra parte delle colpe che gli competono. Gli anziani hanno votato una specie di Brexit, da “pagani”, cioè da abitanti nella bassa realtà di minute località del Nord Est, assediate dalla paura degli immigrati. I giovani hanno inseguito il miraggio del reddito di cittadinanza. Al secondo posto, si abbia il coraggio di mettere il presidente della repubblica, Mattarella, facendola finita con lo stereotipo che abbiamo tutti piena fiducia in lui. Al contrario, egli si è comportato come uno dei peggiori presidenti che abbiamo avuto in questo arco di tempo, tormentato dalla paura di doversi assumere le sue responsabilità facendo un suo governo e mandando il Paese a nuove elezioni. E’ stato un pavido, ha voluto allontanare da sé quello che ha considerato un amaro calice, e dunque è stato ad attendere, paziente oltremisura, che le due parti giungessero ad un accordo. In fondo, le loro rispettive proclamazioni di reciproca incompatibilità gli avevano dato la possibilità di finirla con l’attesa e di innescare un suo governo, che avrebbe salvato il Paese dalla iattura che ora ci attende. Perfino quella battuta sospensiva quando gli è stato fatto il nome di Conte come premier, con conseguente chiamata dei due presidenti delle camere, va vista come una furba manovra per mostrare che accettava quella candidatura col conforto delle autorità istituzionali, non avendo “sua sponte” la forza morale e politica di respingere un candidato colto in fallo a inserire nel suo curriculum, come un qualunque aspirante a un posto di lavoro, dei titoli che non gli appartengono. Ora non speriamo che faccia lo stesso con la candidatura scomoda del proposto ministro dell’economia, oppure anche in questo caso si farà “coprire” dall’assenso di qualche autorità istituzionale. Del resto arrivati a questo punto, Mattarella si è ridotto senza più margini, avere il coraggio di mandare ora all’aria il governo vorrebbe dire sottoporsi a una immane prova da sostenere, del tutto inadeguata al suo profilo. E allora, che faremo adesso, noi poveri Italiani? C’è solo da sperare che i due ladroni vengano presto a lite, che il governo “non mangi il panettone”, meglio ancora se non andrà neppure alla vendemmia. La nostra convenienza è di tornare al più presto alle urne, con la quasi sicura vittoria di un centro-destra, capace di tenere a freno lo scatenato Salvini. Il quale, a voler continuare nella lista, è il terzo assassino, non si capisce chi gliela abbia fatto fare di mollare lo scudo degli alleati per andare nudo e crudo a un’alleanza da subordinato con Di Maio. Se ora gli è stato concesso molto, per attirarlo nella rete, stia sicuro che poi la lenza sarà via via ritirata e lui si troverà a boccheggiare, in attesa dell’arrivo dei “suoi”, cioè di un centro-destra che gli darebbe una sicura premiership, quella che ora non gli spetta né di fatto né di diritto.